giovedì 7 agosto 2008

THE CONSTANT GARDENER: LA COSPIRAZIONE
Regia: Fernando Meirelles
Attori: Ralph Fiennes, Rachel Weisz, Pete Postlethwaite, Bill Nighy, Hubert Koundè
Anno: 2005
Provenienza: USA - Gran Bretagna



Tessa, giovane e bella attivista, si mette a indagare con l'amico di colore Arnold nel criminale mondo delle grandi multinazionali di medicinali, che testano medicine non ufficialmente sicure sulle popolazioni africane, approfittando della loro ignoranza. I due verranno uccisi da sicari delle multinazionali con la collaborazione dei servizi segreti, e sarà così Justin, timido giardiniere marito di Tessa e diplomatico inglese, a continuare le indagini rischiando la vita...

Che delusione! Da un bel romanzo di Le Carrè si poteva trarre un film molto meno spento di questo Constant Gardener, che pur avendo il potenziale di potersi ricordare come un grande thriller si rivela invece uno spento giallo, con grandissimo spreco di due ottimi attori come Fiennes e la Weisz. Se infatti la realizzazione generale è più che discreta, attestando la cura con cui è stato girato il prodotto, è il pathos che, banalmente, non c'è proprio! Il regista Meirelles infatti cerca di mescolare insieme sia il plot principale in sè e sia la figura malinconica di Justin, marito innamorato che ha appena perso per sempre la sua bella moglie. E, come avrete capito, nè l'approfondimento psicologico di lui e nè la vicenda principale funzionano davvero bene, banalmente perchè nessuna delle due è sufficientemente rappresentata. Non basta mostrare Fiennes piangere su una porta per farci affezionare a lui e provare compassione per il suo dolore, così come l'aspetto thrilling non può reggersi unicamente su dialoghi ridondanti e sull'uso di canzoni tribali atte a farci immaginare di essere con il protagonista nei paesi africani in cui il film è ambientato. Tutto è girato benino, con una patina perfettina e con mestiere, ma manca una qualsiasi pennellata d'autore, una qualsiasi trovata che riesca a rendere coinvolgente una vicenda che di azione ha pochissimo. Una OST avvolgente, un certo tono cupo dato alla vicenda... non si chiedeva tanto! E invece no, tutto va avanti in modo anonimo, senza coinvolgimento emotivo, come se Justin (bellissimo personaggio nel romanzo, noioso nel film) è il solo interessato a sbrogliare l'intricata matassa che avvolge fatti così criminosi e, purtroppo, esistenti anche oggi. Globalmente sufficiente quando a costruzione tecnica ma soporifero narrativamente, The Constant Gardener si rivela un brutto buco nell'acqua, un nuovo affronto a danni di uno dei più avvincenti scrittori contemporanei.

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