giovedì 7 agosto 2008

IL LABIRINTO DEL FAUNO
Regia: Guillermo Del Toro
Attori: Ariadna Gil, Maribel Verdù, Ivana Baquero, Sergi Lòpez, Doug Jones
Anno: 2006
Provenienza: Messico - Spagna - USA



Spagna, 1944. Carmen, in attesa di un figlio, e la sua figlioletta Ofelia si spostano a vivere in una guarnigione militare presidiata dai fascisti di Franco e perennemente insidiata ed attaccata da un gruppo di partigiani. Ofelia riuscirà a dimenticare l'orrore della guerra e la brutalità del suo patrigno Vidal stringendo amicizia con un misterioso fauno, e scoprirà di essere la principessa di un magico regno. Per poterlo raggiungere, la ragazzina dovrà superare tre prove che le dirà il fauno...

Guillermo Del Toro... è incredibile come questo giovane messicano sia riuscito a farsi un nome come regista in pochi anni, dividendo a metà la sua carriera tra film commerciali (Blade II, Hell Boy) e originali incursioni nei film storici rivisitati in chiave horror-fantasy. E dopo El Espinazo del Diablo (mai giunto, ahinoi, a toccare i lidi italiani) ecco un secondo film di ambientazione fantasy ambientato nella Spagna di Francisco Franco, una nuova favola dark dove atmosfere e intuizioni burtoniane si sposano con una notevole violenza visiva dovuta al contesto storico affrontato. E in effetti la prima impressione di stare a vedere un film fantasy per bambini è destinata presto a cadere, vittima della pesanti immagini di tortura e morte a cui si lasciano andare i fascisti-carnefici contro i partigiani comunisti: Il Labirinto non è assolutamente un film per bambini, visto che la violenza messa su schermo è pesante, tragica e terribilmente verosimile (terribile la tortura ai danni di un balbuziente). E, a ben vedere, si può dire che il film non è totalmente riuscito proprio perchè il regista affronta un pò sbrigativamente la parte "magica", prediligendo invece quella storica/violenta proprio per esprimere il suo disprezzo politico verso l'ideologia fascista (un disprezzo che trova le sue radici, si legge in giro, dalla sua nonna cattolicissima). Ciò non significa che il film non sia riuscito, anzi i grandi momenti di cinema sono riscontrabili sopratutto nelle sequenze visionarie (bellissima la seconda prova di Ofelia, ispirata al mito greco di Demetra e Persefone e che può contare sull'apparizione di un inquietante mostro con gli occhi sulle mani), ma è indubbio che i due approcci non sono ben amalgamati e le sequenze burtoniane appaiono discretamente brevi, in confronto alla storia portante di guerra tra i partigiani e il terrificante colonnello fascista Vidal. A proposito di quest'ultimo non si può non citare l'eccezionale interpretazione di Sergi Lòpez: Vidal è un uomo spietato, sadico e freddo che ben incarna l'ideale tipico del fascista di quegli anni, capace di torturare orribilmente le persone col sorriso sulle labbra, assolutamente convinto di quel che fa. Meno memorabile è invece l'interpretazione di Ofelia ad opera della Verù, abbastanza spenta e monoespressiva tanto da farsi domandare cos'abbia visto in lei Del Toro. Alla fine comunque il finale incredibilmente tragico e commovente riesce comunque a far rimanere Il Labirinto del fauno sufficientemente a memoria tale da considerarlo un originale e bel film, seppur un pò confuso tra i due versanti cinematografici su cui viaggia. Ottimi gli effetti speciali e le scenografie, che faranno vincere al film diversi oscar.

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