mercoledì 6 agosto 2008

SWEENEY TODD: IL DIABOLICO BARBIERE DI FLEET STREET
Regia: Tim Burton
Attori: Johnny Depp, Helena Bonham Carter, Alan Rickman
Anno: 2007
Provenienza: USA - Gran Bretagna



Di ritorno a casa dopo 15 ingiusti anni di prigione, il barbiere Benjamin Barker viene a sapere che il giudice Turpin, l'uomo che lo ha condannato per poter così insidiare sua moglie in sua assenza, ha finito col causare il suicidio di lei. Oltretutto Turpin ha pure preso con sè la loro figlia Johanna, rinchiudendola in casa sua come un uccellino in gabbia. Pazzo dal dolore e dall'odio, Barker si rinomina Sweeney Todd e, con l'aiuto dell'aiutante Nellie Lovette, inizia a sfogare la sua rabbia sgozzando tutti i pazienti che gli capitano a tiro. I resti delle vittime verranno utilizzati per farne involtini di carne...

Leggendaria, stravagante figura a metà tra il simpatico e il sanguinario, Sweeney Todd nasce nel 1846 dalla penna di Thomas Peckett Prest, quale primissimo esempio di serial killer letterario. Il personaggio ispirerà quindi diversi scritti, due film (di cui uno del veterano Schlesinger) e sopratutto un celeberrimo musical di Stephen Sondheim. E' proprio questo che ci deve interessare, e non solo noi: sarà Tim Burton ad innamorarsene, decidendo così di trasporlo in un vero e proprio film affidato alla consueta interpretrazione di Depp e della Carter. Ed il risultato, essendo firmato Burton, ovviamente è fantastico. E' raro vedere infatti come esistano registi capaci, alla distanza di 30 anni, di continuare a sfornare film di ottima qualità senza mai ripetersi, quasi sempre con risultati stupendi. Burton è probabilmente un genio del cinema, perchè ogni suo film ha un qualcosa di magico che riesce a fartelo adorare anche a dispetto di qualche neo. E di nei Sweeney Todd ne ha solo uno: il finale. Una conclusione così affrettata, priva di particolari colpi di scena e girata in modo così svogliato raramente s'è vista in un film del grand'uomo, ed è un peccato. Questo perchè il resto ha del sublime: in un mix originale di cg e scene live una ottocentesca Londra viene ricostruita in modo barocco e misterioso, sprigionando un'aura di mistero grazie anche ad un particolare uso di filtri dalle reminiscenze fredde e grige, che donano un appeal alieno ed affascinante. Le consuete, ottime interpretazioni di Depp e della Carter fanno poi il resto, rese immortali dalle lunghe canzoni da loro contate (Depp si è esercitato da solo per mesi e mesi!), accattivanti e divertenti (le musiche però non sono di Danny Elfman e si sente: peccato). In ogni momento del film la poesia e la magia di Burton si sentono come di consueto, nelle idee sceniche come nel suo uscire perennemente dagli schemi cinematografici (chi l'avrebbe detto che ci sarebbe andato così pesantemente sul versante splatter?), ed è veramente un peccato che quello che avrebbe potuto essere una pietra miliare del cinema finisca ridimensionato dal crollo di idee presente nel finale, davvero indegno della caratura del regista in questione. Ma un brutto finale certo non rovina un film per l''80% assolutamente straordinario, affascinante e a metà tra lo scioccante ed il divertente, che riconferma il giudizio qualitativo sulla figura del grande regista americano.

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