giovedì 3 luglio 2008

HUNGRY HEART
Autore: Yoichi Takahashi
Serializzazione: 2002 - 2005
Casa editrice: Star Comics
Formato: manga (6 volumi)



Fratello di Seisuke Kano, talentuoso centrocampista nipponico acquistato dal Milan, il teppista Kyosuke ha smesso da anni a giocare col calcio, stanco di venire continuamente paragonato al fratello. Sarà la sua compagna di classe Miki Tsukijawaki a fargli riaffiorare la sopita fame di gol, obbligandolo a fare da coach alla squadra di calcio femminile per una settimana. Attaccante nato, Kyosuke si unirà quindi alla squadra della sua scuola superiore Joyo Akanegaoka e, con l'ausilio di altre due talentuose matricole (il centrocampista brasiliano Rodrigo e il portiere di origini inglesi Koji Sakai Jefferson) porterà il gruppo a fare quel salto di qualità che lo porterà ad ambire a qualificarsi al campionato nazionale. Sulla strada del collettivo c'è però il fortissimo squadrone del Kokuryo...

Yoichi Takahashi è un mangaka scarso. Pieno di buone idee, il creatore di Captain Tsubasa soffre sempre di diversi handicap professionali che costituiscono un tratto ricorrente in tutte le sue opere: l'estrema limitatezza nei disegni, di una semplicità e povertà disarmante, e sopratutto una notevole incompetenza nei dialoghi e nelle relazioni personali tra personaggi. Eppure per qualche strana alchimia, si finisce sempre a correrci sopra vista l'immediatezza di quasi tutti i suoi lavori. Hungry Heart non fa eccezione, dimostrandosi l'ennesimo fumetto addictive che si divora più e più volte, anche di fronte ad un tratto davvero poverissimo, fatto di espressioni facciali tutte uguali, varietà nel look dei personaggi tendente allo zero e sproporzioni nei corpi. Disegnato dall'autore nei ritagli di tempo (tra un episodio del Road to 2002 e l'altro), Hungry Heart fin dalle prime battute ricorda spaventosamente il ben più famoso Slam Dunk di Inoue: un teppista (capelli rossi d'ordinanza!) entra nel club di calcio perchè convinto dalla consueta ragazza carina che adora tale sport. Dopo una veloce gavetta (con le immancabili crisi di frustrazione!) il giovane scopre di avere un talento immenso per lo sport, e diverrà così in breve tempo l'asso della squadra. Pur assomigliando notevolmente al capolavoro di Noue, il lavoro di Takahashi però se ne discosta quel che basta per reclamare una dignità tutta sua, anche solo per l'approccio con cui è affrontato lo sport in questione. Se Slam Dunk affronta il basket con piglio ultra-realistico, Takahashi affronta il calcio un pò come in tutte le sue opere, ossia con inverosimilità assortite (anche se non ai livelli di Captain Tsubasa, bisogna ammetterlo) tipo portieri paratutto, tiri che lasciano scie colorate dietro e sfide di attaccanti su chi segna più triplette durante un torneo. Poi ovvio, Slam Dunk è superiore in tutto, ma il confronto vero e proprio s'ha da fare tra Hungry Heart ed il suo più famoso concorrente ossia Captain Tsubasa, entrambi scritti e disegnati dallo stesso autore. E bisogna proprio dire che pur ricordando moltissimo il suo celebre fratello maggiore (sopratutto nei disegni, praticamente identici), Hungry Heart riesce a mantenerne i pregi e a migliorarne sensibilmente i difetti, sopratutto per quel che riguarda i dialoghi e la caratterizzazione dei personaggi: i personaggi di Hungry Heart si ricordano, sono abbastanza attendibili e sopratutto le ragazze non sono più inserite a caso per dimostrare che i giocatori hanno una vita sociale, ma partecipano abbastanza attivamente alla messa in scena della storia. Poi ovvio, Takahashi in quanto a psicologia e relazioni interpersonali tra personaggi rimane sicuramente al di sotto della media di molti autori, ma perlomeno bisogna dargli atto di essersi sforzato al punto tale da rendere almeno non inverosimili lo sviluppo di amicizie e di love story in questo manga. E arriviamo ora alle partite, vero fulcro del manga: viaggiamo più o meno sui binari di Captain Tsubasa, con match dalla lunghezza contenuta fatti da continui abusi di gigantesche e semplicistiche immagini a doppia pagina, ma anche questa volta per pura magia ogni partita si segue con notevole interesse, vista anche la spettacolarità generale di quasi ogni singola giocata. Inutile dirlo, nel calcio takahashiano non vi è assoluto spazio per giocate realistiche ed attinenti alla realtà, ma forse la vera genialità dell'autore sta proprio nel gratificare il lettore con qualsiasi azione calcistica che possa intrattenerlo, artefizio ben difficile da usare in caso di scelta di approccio "reale" allo sport. In ogni caso la discreta caratterizzazione dei personaggi, la spettacolarità delle numerose partite e la gradevole storia messa in piedi (non totalmente focalizzata sullo sport ma anche negli allenamenti, nella maturazione del protagonista, nella sua love story con Miki, etc) rendono Hungry Heart un fumetto sì semplicistico, ma che si legge volentieri più e più volte, anche in assenza di quella profondità che proprio non appartiene all'autore. E bisogna dare atto a Takahashi che riuscire a far passare in secondo piano i suoi vari handicap professionali con fumetti leggeri che si rileggono più e più volte, non è da tutti. Consigliato. Nota: la storia del fumetto e sopratutto il suo brevissimo epilogo serviranno praticamente da traccia per lo svilippo del lungo ed accattivante anime.

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